Dopo aver trascorso un periodo di 7/9 mesi nel grembo di nostra madre, dobbiamo presentarci al mondo. Intorno è buio, ovattato, pace, il sentire è di una pulsazione attutita, si è immersi nell’acqua e si respira avendo tutto l’ossigeno che serve… e poi? Poi tutto diventa stretto, le pulsazioni irregolari, le pareti intorno minacciose, un tunnel angusto e avvolgente comprime. Si ha paura, ma anche voglia di uscire, qualcosa di strano sta accadendo e si è incapaci di fermare tutto questo processo. Improvvisamente una mano sulla testa, una luce accecante, i rumori da tenui diventano assordanti e il freddo e l’aria paralizzano, un tempo i bimbi appena nati venivano presi per i piedi, scrollati e percossi per far respirare… l’aria nei polmoni brucia e non resta che piangere. Oggi viene usato molto spesso il parto cesareo e fortunatamente il bimbo preso dal papà è dato subito alla mamma, ma il trauma della nascita, il cambiamento del passaggio dall’elemento acqua all’aria rimane, in cui ognuno di noi è il protagonista della propria nascita. Tutti coloro che hanno un parto precipitoso, podalico, cordone, cesareo, indotto, prematuro, forcipe creano un proprio SCHEMA. Inoltre non bisogna dimenticare il periodo della gravidanza, in cui si possono aver subito altri traumi come il distaccamento della placenta, una caduta, un lutto in famiglia, un dolore improvviso, un fallimento economico ed altro.
Rivivere la propria nascita, sia a secco e sia in acqua, vedere il proprio schema, significa superare quei momenti di vita intrauterina e del parto che spesso sono la radice dei nostri malcontenti, oltre al retaggio antico della nostra famiglia di origine e dei nostri antenati.
Vuoi fare un’esperienza della tua nascita? Scrivimi e ti spiego come fare.
Paola